empatia

La poesia “Il canto dell’amore (Una domenica dopopranzo al cinematografo)” illustra il vivo rapporto di Umberto Saba con una folla con cui, pure, egli non può confondersi:

 
Amo la folla qui domenicale,
che in sé stessa rigurgita, e se appena
trova un posto, ammirata sta a godersi
un poco d’ottimismo americano.
 
Sento per lei di non vivere invano,



I grandi (e veri) Poeti hanno la capacità d’esprimere in poche parole, estremamente incisive, anche concetti complessi. Vediamo, ad esempio, come Dante, nel canto XXIV del Purgatorio illustra il suo modo di scrivere versi:
 
“… I’ mi son un che quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’ei ditta dentro vo significando”
 








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Tecnicamente l'empatia è sempre una allucinazione basata su meccanismi simili ai neuroni a specchio che diventa la comunicazione di base della psicosi con effetti catastrofici...

Può essere anche descritta come una specie di sesto senso che ci fa superare le barriere del Sé e vivere l'Altro, ma questo obiettivamente serve soprattutto a calcolare le relazioni di causalità e finalità dell'altro a scopi di previsione di una necessità difensiva, aggressiva o di serenità in assenza di conflitto.





Le parole pronunciate da una persona affettivamente importante (ed al massimo grado da un parente stretto o da un terapeuta) possono essere portatrici di chiarezza e verità, come pure di disorientamento e confusione; di serenità oppure di angoscia. Umberto Saba, nei pochi versi della poesia “Parole” riassume, con mirabile sintesi, quel che è essenziale nell’uso della comunicazione verbale in un rapporto sano e fecondo e, in particolare, in psicoterapia:


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