Massimo Recalcati

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Ieri sera, 24 novembre, alla trasmissione 8 e ½, condotta in modo esemplare dalla Gruber, è andata in onda una puntata che dovremmo tutti rivedere per riflettere e per maturare e consolidare un nuovo senso di speranza per il futuro, non solo politico del nostro Paese.
Le argomentazioni di Massimo Recalcati, tra gli espliciti e gli impliciti, ci hanno fatto capire come le cose possano cambiare nella politica italiana, purchè se ne abbia volontà e si attivino pratiche virtuose.
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La mia conoscenza di  Massimo Recalcati, riferibile a tre  incontri, di cui uno fugace nel suo studio, unitamente alla lettura della sua opera, la ritengo sufficiente per entrare, seppur in punta di piedi e con una pressoché irrilevante rilevanza, sulla questione che ha turbato qualche tempo fa il mondo della cultura e, in modo più dirompente, quello della psicanalisi.
Oltre a una testimonianza di solidarietà che potrebbe lasciare il tempo che trova, intervengo per due precisi motivi:

Massimo Recalcati nell’elogiare, alla Leopolda, Matteo Renzi, ha accusato la sinistra del No di essere masochista, paternalista e di odiare la giovinezza.
Accuse fondate su luoghi comuni. Un discorso aforistico, privo di argomenti, teso a screditare l’avversario piuttosto che ad esprimere una propria opinione sui quesiti referendari.



SCUOLA. CHI PUÒ SALVARLA DAI NEMICI DEL DESIDERIO?
di Corrado Bagnoli, ilsussidiario.net, 23 ottobre 2014
Non si affannino i legislatori, gli imprenditori, i sindacalisti e le corporazioni; non si sprechino pagine e pagine di questionari o pdf di proclami in rete: se mai questa scuola italiana, tirata per la giacchetta ogni santo giorno da tutte le parti, potrà davvero riuscire a salvarsi, sarà solo grazie a un insegnante.



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