lacan

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Che cos’è l’universale?
Il caso singolo.
Che cos’è il particolare?
Milioni di casi.
J.W. Goethe, Aforismi sulla natura, 1823
 
Se sei un biologo e scopri un organismo peculiare, puoi essere certo che ne esisteranno altri.
Chad Trujillo, 2015
 



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Questo allora è il supremo paradosso del pensiero: voler scoprire qualcosa che esso non può pensare. S.A. Kierkegaard, Briciole filosofiche, 1844
 





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L’Elvio, nel senso di Fachinelli, non si è mai concesso al maestro.

Ogni volta che passava per Milano – siamo negli anni Settanta – Lacan faceva visita a Fachinelli o gli lasciava un biglietto per dirgli che l’aveva cercato.
Cosa cercava Lacan in Fachinelli?



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Il lavoro del soggetto convoca nel modo più concreto la possibilità di immaginare la nozione di altro. Se c’è del soggetto – mi piace dirlo con il partitivo alla francese – non si lavora mai da soli. In questa direzione collettiva il lavoro da fare è sia analitico sia politico. Le due dimensioni nella psicanalisi classica sono notoriamente scisse.



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Mi affretto a cancellare l’impressione di astrusità che in molti utenti di questo blog immagino abbia prodotto il mio precedente post sulla necessità di pensare la variabilità per pensare il soggetto collettivo. Allora scenderò a livelli di senso comune più umani e più condivisibili.
Per introdurre l’argomento riporto il dialoghetto che ho recentemente avuto su fb nel gruppo omonimo: IL SOGGETTO COLLETTIVO, ancora da me con qualche difficoltà orchestrato.
Egidio T. Errico il 9 febbraio alle ore 13.11 ha scritto:



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“Qual lungo cammino di tortura ha lei dovuto percorrere prima che l’esperienza disperata del delitto la strappasse [déchire] dall’altra se stessa....” (J. Lacan, 1933)

 

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Premessa
a) Lacan ci invita, nelle ultime righe della Overture degli “Scritti”, a intuire, negli stessi, una conseguenza nella quale dobbiamo metterci del nostro.
 
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Nell’inaugurare questa rubrica di POL.IT, intitolata Il soggetto collettivo, rivolgo un cordiale ringraziamento a Francesco Bollorino, per la magnanimità e la fiducia, non meno che per il coraggio e la spregiudicatezza, con cui in questo prestigioso blog collettivo ha dato spazio a uno psicanalista free lance – più free che lance – non garantito da alcuna istituzione di appartenenza né professionista di qualche accettata e facilmente riconoscibile ortodossia di scuola.




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