Psicoterapie

Dialogo tra Sarantis Thanopulos e Stefano Canali

 

Sarantis Thanopulos: “Riprendo la nostra discussione sul rapporto tra narrazione linguistica di sé e un malessere che prende forme autolesioniste, come nel caso della dipendenza dal gioco, con una lettura critica, ma collaborativa della vostra impostazione.



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Ieri un amico mi ha suggerito la lettura dell’articolo di Galimberti sull’inserto “D” della Repubblica di sabato scorso dal titolo “Il mito della verità” in cui poneva una questione etica importante per ogni medico: è giusto nascondere la verità sulla sua condizione ad un paziente? È un quesito importante per ogni medico. Arriva sempre il momento in cui al professionista si pone il problema: glielo dico o no?
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NELLA STANZA CHIUSA. 
RILEGGENDO VIVERE CON BARBABLÙ” IN TEMPO DI COVID
 

di Pierpaolo Martucci
 

Autori dell'articolo nel caso l'articolo venga riportato: 


Dialogo tra Sarantis Thanopulos e Stefano Canali

 



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Interrogare ciò che è ovvio e presupposto. Ciò può essere compreso soltanto se si risale sistematicamente alle radici nascoste di questa esperienza. Se queste radici sono perseguite in tutte le loro operazioni. Se noi perseguiamo in tutte le sue operazioni la vita che si agita, la vita che tende avanti, la vita che plasma l’umanità intersoggettiva e il suo mondo: un regno immenso e anonimo”

E. Husserl



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A cinque anni esatti dall’inaugurazione di questa rubrica sul soggetto collettivo (http://www.psychiatryonline.it/node/6015), avviata grazie alla benevolenza e alla stima di Francesco Bollorino, che ancora ringrazio, ha senso che il responsabile faccia un consuntivo.
Fissa nel blocco in evidenza nella homepage della categoria assegnata: 
Si


 
                                 
Parte I: Premessa - Spleen et idéal



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