psicoanalisi
Fabio Castriota
Frammenti in ombra
(Roma, Albatros, 2021, pp. 169, Euro 13,20)
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«Materiali per il piacere della psicoanalisi»
organizza il
XXXIV CONVEGNO DELLA RIVISTA«PSICOANALISI E METODO»
Dedicato a Giuseppe Maffei
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“Quale cosa tra le cose, ogni cosa è ugualmente insignificante; quale mondo, ognuna è ugualmente significante. Se ho contemplato la stufa e mi si viene a dire: ma adesso non conosci che la stufa, certo il mio risultato sembra esiguo. Così infatti la si mette come avessi studiato la stufa tra le molte, molte cose del mondo. Ma se ho contemplato la stufa, essa era il mio mondo, e di contro tutto il resto scoloriva.”
Scrivere ancora. Intanto ancora alla parola. Parola mia. Parola che si rende scrittura quindi argine, diga, muratura; ma sono pareti scorrevoli, come quelle giapponesi, è una camera, ora è salotto. Scrivere come facendo finta di suonare sulla tastiera, piccoli tasti tutti neri e bianche pause. “Solo nel silenzio la parola, solo nelle tenebre la luce”, come si cita all’inizio de I racconti di terramare di Miyazaki[1].
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Bollorino: “Cominciamo dalla psicoanalisi come pratica clinica e istituzione: sedute disdette, terapie via skype, convegni saltati: come cambia la psicoanalisi all’epoca del contagio?”
Non è possibile pensarla diversamente se è vero che da martedì scorso, 29 giugno, dopo aver pubblicato su Huffingtonpost un articolo piuttosto duro sul libro del neurologo Rosario Sorrentino, un’intervista immaginaria, troppo immaginaria, dedicata al fondatore della psicoanalisi, sono stato piacevolmente inondato da mail e messaggi wa. Scrivo piacevolmente, perché non ho registrato un rimprovero o un insulto. Anzi, tutti messaggi di grande entusiasmo e condivisione.