Baudelaire



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Alcuni casi di depressione senile sono riconducibili ad un “giorno del giudizio” che, inevitabilmente, arriva alla fine della vita. Ho tratto alcune riflessioni in proposito dalla mia esperienza clinica, ripensata alla luce dei suggerimenti offerti da Baudelaire nella sua poesia “La rançon” (il riscatto), che riporto qui sotto:





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Inizio riportando, qui sotto, alcuni versi tratti dalla poesia di Baudelaire “Le jet d’eau” astenendomi, per il momento, da ogni commento, per non intromettermi prematuramente tra Poeta e lettore, prima che tra di loro si sia stabilito un rapporto:

 
Tes beaux yeux sont las, pauvre amante !
Reste longtemps sans les rouvrir,
Dans cette pose nonchalante
Où t’a surprise le plaisir.

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Se non esistessero i pessimisti, la nostra Cultura sarebbe priva di realismo. Baudelaire fu, oltre che sommo Poeta, anche un grande pessimista: nella sua opera, compaiono di continuo gli aspetti più sordidi e sinistri dell’animo umano. Eppure, con la sua umana pietà e la sua Arte, egli ci aiuta a riconoscerli e ad integrarli in una visione dei nostri simili che, pur nel suo realismo, resta nel complesso positiva. Su ciò che, inevitabilmente, delude il viaggiatore, egli scrive:
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Perché tanto spesso il giovane sente il bisogno di viaggiare, se non di emigrare? Ad allontanare dai luoghi familiari (soprattutto oggi) ci sono certamente bisogni di ordine materiale ed economico, ma sarebbe uno sbaglio trascurare le esigenze interiori: il rischio è che il ragazzo si trovi interiormente impreparato ad affrontare l’ambiente estraneo, oppure che lo ricerchi anche quando non sarebbe oggettivamente necessario.




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