Recensioni librarie

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Chi tocca Freud, muore!
Non è possibile pensarla diversamente se è vero che da martedì scorso, 29 giugno, dopo aver pubblicato su Huffingtonpost un articolo piuttosto duro sul libro del neurologo Rosario Sorrentino, un’intervista immaginaria, troppo immaginaria, dedicata al fondatore della psicoanalisi, sono stato piacevolmente inondato da mail e messaggi wa. Scrivo piacevolmente, perché non ho registrato un rimprovero o un insulto. Anzi, tutti messaggi di grande entusiasmo e condivisione.


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Philp Dick incarna allo stato purissimo quella particolare modalità di declinare le torsioni dell’animo umano facendole assurgere ad arte trasmissibile. Da sempre afflitto da ossessioni, visioni, perduranti stati d’angoscia, chiese un’analisi ad un terapeuta dal quale prese le distanze perché lo riteneva parte di un corpus omologante. Limite estremo ed inadattabilità terapeutica di chi ha il tragico dono di scorgere l’insopportabile realtà celata dietro alle allegorie sociali.    
 


A G., che non ho capito, e a sua madre,

perché siano vivi nella morte.

 

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Sì, lo so, tutto ciò che suona di “cognitivo”, di “cognitivismo”, suona male, molto male per tanti professionisti e operatori che si occupano di psiche, ma devo dare ancora una volta atto a Raffello Cortina di aver tirato fuori un libro impeccabile, a cura di Claudia Perdighe e Andrea Gragnani.


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Roberto Goisis è uno psicoanalista milanese, membro della Società Psicoanalitica Italiana.
Ha scritto un libro molto bello: “Nella stanza dei sogni. Un analista e i suoi pazienti” (Enrico Damiani Editore).




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