Luhmann

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Thinking Complexity means thinking difference. N. Luhmann

 
Recentemente ho pubblicato su fb il seguente post, che ha prodotto qualche mal di pancia. Di fondo c’è sempre la secolare ostilità verso la scienza dura, inaugurata dal processo a Galilei quattro secoli fa.



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Se in questa corsa alla verità si è soli, se ad accostare il vero non si è tutti, nessuno tuttavia l’attinge se non attraverso gli altri. […] Il collettivo non è altro che il soggetto dell’individuale.
J. Lacan,
Il tempo logico e l’asserzione di certezza anticipata. Un nuovo sofisma, 1945

 
Il collettivo del Milan fa (faceva) molti gol.



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Non è facile per un freudiano prescindere dal freudismo. Non fu facile neppure per Freud dissociarsi dal proprio. Io che scrivo queste righe ci ho messo quarant’anni per uscire dal freudismo pur rimanendo freudiano. Al freudiano che mi legge auguro di metterci meno, pur sapendo che deve affrontare un discorso scabroso.


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Per analizzare il funzionamento delle masse telematiche, in particolare di quelle ospitate dai e attive nei social network, può esser utile riprendere la nota distinzione tra enunciato ed enunciazione. La ripropongo nei termini della teoria sociale di Niklas Luhmann.



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Così esordiva nel 1960 Patrick Suppes nel suo libro Axiomatic Set Theory, destinato a diventare un classico:
 



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C’è un concetto che corrompe e altera tutti gli altri. Non parlo del Male, il cui limitato impero è l’etica; parlo dell’Infinito.
J.L. Borges, Metamorfosi della tartaruga, in Altre inquisizioni, 1952

 

La prenderò larga.


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Per raggiungere il concreto bisogna passare per le vie traverse dell’astrazione. Niklas Luhmann

 
In questo post l’astrazione richiesta è l’indebolimento della nozione di causa.




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