freud
Sono in tema. Questo titolo è un aut aut. È come “o la borsa o la vita”: se scelgo la scienza, perdo il senso della vita; se scelgo la vita, resto ignorante per quel che mi resta da vivere. Cosa voglio dire? Voglio introdurre un discorso né accademico né popolare sul numero 379 di aut aut, intitolato “Il Freud che abbiamo rimosso”. La mia tesi è semplice: il Freud che abbiamo rimosso è in quel che Freud stesso ha rimosso. Sarò breve.
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Massimo Recalcati è vestito tutto di nero.
Ci parla di Lacan in tivvù.
Ma quale Lacan? Quale psicoanalisi?
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Nel suo videomessaggio per il nuovo anno, Vandana Shiva ci invita a occuparci della nostra terra, con dono di estrema sintesi, chiarezza e, grandiosa, ottimismo.
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Tre è un numero intero. È anche concreto; si tocca con mano; posso cogliere tre mele o collezionare tre matite. Poiché tre mele esistono non solo qui e non solo ora, fanno sì che il numero tre esista là dove serve; le tre matite lo confermano; tecnicamente, tre mele o tre matite sono due modelli del numero tre. Ovviamente non sono i soli; per esempio, l’Edipo è il modello psicanalitico del numero tre.
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Il modo di dire non è italiano ma tedesco. L’ho imparato alle elementari dalle Schwestern dell’Istituto Giulia di Milano. Freud doveva certamente conoscere den Wald vor lauter Bäumen nicht sehen. [1] Tuttavia nelle Sigmund Freud gesammelte Werke il detto non ricorre. La cosa non mi stupisce ma mi fa problema: è il problema di Freud con il collettivo.
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“Non sono realista, perché sto dalla parte del reale”.