freud

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Sono in tema. Questo titolo è un aut aut. È come “o la borsa o la vita”: se scelgo la scienza, perdo il senso della vita; se scelgo la vita, resto ignorante per quel che mi resta da vivere. Cosa voglio dire? Voglio introdurre un discorso né accademico né popolare sul numero 379 di aut aut, intitolato “Il Freud che abbiamo rimosso”. La mia tesi è semplice: il Freud che abbiamo rimosso è in quel che Freud stesso ha rimosso. Sarò breve.



Autore: 
Book author: 
Carlo Bonomi
Publisher: 
Routledge
Anno: 
2015
Pagine: 
275
Copertina: 
“Questo libro è tanti libri. E’ un libro sul corpo ma anche un libro sull’anima. Tratta di storia della medicina ma anche di religione e di morale. Parla di fatti e fantasie di uomini e donne.  Si occupa di organi sessuali e della persona di Freud, riflettendo sul ruolo che una delle sue pazienti ricoprì nella prima teorizzazione e nella creazione della psicoanalisi. E’ allo stesso tempo uno studio scientifico e una narrazione letteraria”.


Massimo Recalcati è vestito tutto di nero.
Ci parla di Lacan in tivvù.
Ma quale Lacan? Quale psicoanalisi?

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Scienza chiusa, scienza aperta


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Nel suo videomessaggio per il nuovo anno, Vandana Shiva ci invita a occuparci della nostra terra, con dono di estrema sintesi, chiarezza e, grandiosa, ottimismo.

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Non cessiamo di parlare di topologia. È necessario in psicoanalisi.


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Tre è un numero intero. È anche concreto; si tocca con mano; posso cogliere tre mele o collezionare tre matite. Poiché tre mele esistono non solo qui e non solo ora, fanno sì che il numero tre esista là dove serve; le tre matite lo confermano; tecnicamente, tre mele o tre matite sono due modelli del numero tre. Ovviamente non sono i soli; per esempio, l’Edipo è il modello psicanalitico del numero tre.



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 Il modo di dire non è italiano ma tedesco. L’ho imparato alle elementari dalle Schwestern dell’Istituto Giulia di Milano. Freud doveva certamente conoscere den Wald vor lauter Bäumen nicht sehen. [1] Tuttavia nelle Sigmund Freud gesammelte Werke il detto non ricorre. La cosa non mi stupisce ma mi fa problema: è il problema di Freud con il collettivo.



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 Nel gioco stesso della scrittura matematica dobbiamo trovare, se posso dire così, la punta, il punto di orientamento verso cui dobbiamo dirigerci.
J. Lacan, Encore,16.01.1973
 
“Non sono realista, perché sto dalla parte del reale”.



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