Omosessualità

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Come avevo promesso a Manlio Converti ho guardato il film che mi aveva consigliato “Il compleanno” di Marco Filiberti del 2009. Seguendo il filo dei miei precedenti interventi sull’omosessualità ho rivisto anche “I segreti di Brokeback mountain” di Ang Lee del 2005. Mi sembra utile un confronto tra queste due visioni dell’omosessualità nella cultura americana e in quella italiana.



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Nel dopoguerra, usciti dai campi di concentramento con il triangolo rosa, nessun omosessuale lo ammise. Molti finirono comunque per essere arrestati, soprattutto nei Paesi come la Germania, che avevano una legislazione omofoba, scontando gli anni di pena senza neanche computare quelli patiti durante la guerra. Altri vennero chiusi nei manicomi, generalmente a vita, laddove l’omosessualità era considerata una malattia ufficialmente.



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Dopo secoli di omologazione tra sistema giudiziario, religioso e medico a condannare, curare o scomunicare, nella migliore delle ipotesi, e spesso torturare ed uccidere le persone omosessuali, nell’ampio panorama culturale della Mittel Europa molti medici omosessuali ed eterosessuali si confrontarono sul tema, prendendo posizioni chiare ma opposte ed usando termini ancora oggi in uso.

PARTE GAY



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Abbiamo pochi elementi per parlare della storia dell’omosessualità o del transessualismo tra i medici antichi, perché  la storia la scrivono gli uomini e i vincitori.
 
Il testo più antico è di una donna: Saffo descrive direttamente un attacco di panico quale forza del sentimento represso di fronte alla donna che ama, mentre ella altrui sorride:
 
Mi sembra simile a un dio quell'uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta, mentre tu parli
con dolcezza





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Riprendo le riflessioni che mi ha ispirato la visione di Angels in America. Questa serie è particolarmente interessante perché la vicenda è tutta interna alle dinamiche omosessuali, senza problemi di omofobia o persecuzione che appiattiscono le problematiche individuali e relazionali. Ovviamente non voglio negare la frequente violenza sociale, ma è evidente che con il nemico esterno mettiamo da parte i nostri conflitti e le nostre differenze.



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Si può parlare di omosessualità senza cadere in luoghi comuni politicamente corretti? Questo intervento mi è stato ispirato dalla giornata mondiale contro l’omofobia, infarcita di trasmissioni televisive improntate a un perbenismo moralista. In televisione si vedono spot in cui il messaggio è fondamentalmente l”l’omosessualità non è una malattia” “la diversità arricchisce” rappresentando con estrema cautela questa diversità.




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