Sport

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State a casa adesso,  vero? 
E adesso che succede? 
 
Il rischio principale dell'isolamento sociale è la depressione. Quella che avete causato quando avete isolato, emarginato, bullizzato qualcuno, adesso lo vivrete voi in prima persona. 


di Dott.ssa Stefania Straniero, Istituto Universitario Salesiano Venezia



di Gianfranco Gramaccioni, Medico dello Sport e Psicoterapeuta, AIPS (http://www.aipsweb.it/)



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Cosa vuole dire oggi Cittadinanza ed Emancipazione per i Sofferenti Psichici?



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Si è tenuto a Napoli, grazie a Lina de Cesare, un importante corso di formazione sulla Medicina dello Sport, in cinque giornate che hanno aperto ogni possibile confronto rispetto alla necessità di fare Sport come Medicina. La società civile, gli specialisti, le istituzioni, si sono confrontati in modo diretto e attraverso sessioni di psicoterapia basate sul movimento corporeo.
Tra queste, per la prima volta a Napoli e forse in Italia, si è parlato in modo esplicito di Medicina dello Sport e persone LGBT.


Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla
(Pierre de Coubertin)



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Nessuno può predire con certezza il suicidio di un paziente ma tutti possiamo ridurne l’incidenza. Il comportamento suicidario può essere messo in atto lungo tutto il continuum dell’esistenza di un individuo, con una età approssimativa di partenza di 6 anni. Sappiamo grazie alla letteratura che circa il 30% delle persone che falliscono nell’atto suicidario, cercheranno poi di mettere in atto ulteriori tentativi del gesto estremo.



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Lo studio longitudinale fatto dal ''Journal of Adolescent Health'' esamina la correlazione tra la partecipazione sportiva a scuola degli adolescenti e la salute mentale degli stessi nella prima età adulta. I sintomi depressivi, lo stress e una scarsa auto-valutazione di se stessi nell’adolescenza possono correlarsi poi con un cattivo stato di salute psicofisico nell’età adulta.



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E’ curioso notare che ancora oggi, nel 2015, dichiarare la propria ‘’normale’’ omosessualità susciti tutto questo scalpore. Voglio partire dagli albori quando gia Freud dichiarava che l’omosessualità non può essere classificata come malattia ma solo come ‘’variante della funzione sessuale’’.




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