Luigi D'Elia

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Si narra che Michelangelo, appena terminato il suo Mosè, avesse percosso con un martello il ginocchio della statua chiedendogli “perché non parli?”.


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Non sono un esperto di cinema, né di scrittura cinematografica, ma un semplice fruitore che osserva e risponde alle sollecitazioni artistiche e mediatiche. Mi rendo conto che il fiume di parole che si sta spendendo su questo film, tra partiti opposti di ammiratori e critici, non è solo legato al fenomeno mediatico degli Oscar, ma al fatto che esso sta in qualche misura parlando di noi e dell’oggi. E non è un parlarne rassicurante. Mi è stato chiaro ieri, guardando la prima volta il film in tv e godendolo in totale solitudine.
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I media italiani non ne parlano forse perché imbeccati a non divulgare, forse, più probabilmente, perché non ne comprendono le ricadute culturali, ma esistono documenti ufficiali vaticani che oramai scavalcano (una volta avremmo detto “a sinistra”), e di molto, ogni voce politica e filosofica sull’annoso dibattito concernente il capitalismo e il neoliberismo imperante.


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Lo premetto subito: non sono una voce super partes, tutt’altro, pur essendo fuori dal “giro” da qualche anno rimango pur sempre uno dei fondatori di AltraPsicologia (AP), compagine che da circa 9 anni si batte per il rinnovamento della vetusta classe dirigente degli psicologi e il rilancio qualitativo della professione. 

La mia visione è dunque partigiana.



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Nicole ha l’aria stanca, spossata, tesa. Il suo volto sarebbe dolce e gentile in altre condizioni.


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In questa rubrica mi sono già occupato di quanto sia diventato sempre più facile oggi rinunciare e chiudersi nella rassegnazione.


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La definizione di psicoterapia che coincide col titolo di questo contributo probabilmente cozza con molte altre rappresentazioni professionalmente interiorizzate, voglio però ugualmente provare a percorrere questa impervia strada nel tentativo di affrontare, nell’arco delle poche battute di questo contributo, un nuovo e più fattivo costrutto intorno, a seguire, a latere di quello di psicoterapia così come usualmente e operativamente utilizzato nei nostri presidi professionali, senza negare le definizioni tradizionali, ma provando ad allargare concettualmente



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Luigi D’Elia* e Fabia Orlandi**

(articolo uscito su Plexus, n. 6, Maggio 2011)


 
Introduzione

La formazione di uno psicologo o psicoterapeuta è l’incerto esito dell’incontro tra almeno due desideri.




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