cinema

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Otello riserva sempre occasioni di approfondimento, tanto più se mediato da Orson Welles. Ho chiesto a Giorgio Placereani, appassionato da anni delle opere di Welles, di scrivere un breve testo di riflessione sugli enigmi del personaggio shakespeariano.



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  Negli anni ’40 e ’50 la ricchezza si manifestava attraverso l’abbondanza del cibo. Si ricordi il mito americano di Alberto Sordi che fallisce nell’impresa di rifiutare gli spaghetti in Un americano a Roma di Steno (1954). In Abbasso la miseria! (1945) Anna Magnani, fruttarola arricchita, passa alla carne rifiutando la pasta perché questa è ritenuta rozza e povera.



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  Di narcisisti, si sa, è pieno il cinema. Però in alcuni casi la figura del narcisista è al centro dell’obiettivo. Personaggi brillanti, autocompiaciuti, dispensatori di sorrisi e battute spopolano sullo schermo, così come personaggi arroganti, invadenti e cinici. Va da sé che il narcisismo patologico è una questione più fine, la cui definizione richiede un’attenta analisi di ciò che c’è sotto la superficie apparentemente sfolgorante del personaggio.



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 La fluidità e la comprensibilità della comunicazione all’interno della famiglia, così come la risonanza emotiva che la caratterizza, è fondamentale per l’acquisizione di legami di attaccamento sicuri e lo sviluppo di una buona capacità di mentalizzazione.



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Questo è un film fondamentale per gli amanti del digitale. Mi sono permesso un titolo scherzoso, dettato dall’immediato collegamento che ho fatto mentre guardavo il film all’intervento di Francesco Bollorino “Cosa avrebbe detto Jasper di Internet?”.
È un intervento che ho riletto più volte perché pone il problema del rapporto tra virtuale e reale quotidiano, questione non semplice e affascinante.

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  L’osservazione dei contesti di cura psichiatrici ha una lunga tradizione nel cinema. Numerosi film hanno puntato l’attenzione sulle tremende condizioni di vita presenti negli ospedali psichiatrici. Lo sguardo del cinema sui contesti di cura psichiatrici più recenti è d’altra parte più complessa e articolata.
 



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  Lo stato d’animo e il pensiero depressivo sono stati descritti da millenni e sono stati attentamente analizzati da alcuni secoli. Tra le numerose spiegazioni psicologiche un ruolo importante è quello della psicoanalisi, a partire dalle ipotesi freudiane originarie sulla autoaggressività, passando per quelle relative ai fallimenti narcisistici di Bibring, Arieti e Kohut ed arrivando infine alle concettualizzazioni interpersonali di Sullivan e Winnicott.



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  Lo schermo cinematografico offre innumerevoli esempi per fare didattica sulla salute mentale. Non basta tuttavia un buon film per ottenere un buon apprendimento. E’ necessario innanzitutto avere in mente gli obiettivi che si vogliono raggiungere e preparare l’incontro (o l’evento) adeguatamente. In generale è utile pensare ad una tesi da sviluppare, anche se poi possono nascere stimoli diversi nel corso della presentazione e discussione del film.



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  Il riferimento centrale per l’ansia nei modelli cognitivi è l’attivazione e sovrastima di una minaccia rappresentata da stimoli corporei interni o ambientali. La vulnerabilità all'ansia si fonda sullo sviluppo di schemi di pericolo che distorcono l'elaborazione delle informazioni (ad esempio, attenzione, interpretazione e memoria per stimoli di minaccia).




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